Sono passati due anni (oggi) da quando AlphaGo ha battuto Mr. Lee, l’essere umano riconosciuto a livello internazionale come il super-campione di GO, un gioco così complesso da avere una combinazione di mosse\stati pari a 10 elevato alla 172 (lascio a voi i dettagli matematici). Lee ha vinto 18 titoli mondiali consecutivi ed in Corea del sud, è considerato un eroe nazionale.
L’espressione e lo stato d’animo di Lee in quel preciso momento in cui realizza che una macchina è stata migliore di lui sono illuminanti e mostrano quanto l’AI non vada solo affrontata a livello tecnologico ma anche sociale\psicologico:
– Si legge quanto la non conoscenza dell’AI possa sorprendere
– L’ego di un personaggio di 33 anni che non aveva ancora conosciuto grosse sconfitte, si ritrova improvvisamente schiacciato e Lee è privato di una sua certezza (non è più il migliore) e dotato di una nuova certezza (quella macchina sarà sempre più brava di lui).
A batterlo è stata una macchina che ha imparato “osservando” 160.000 partite giocate in giro per il mondo negli anni passati per un totale di 30.000.000 di mosse. Ma la cosa più sorprendente è che AlphaGo, ha imparato anche dall’unica sconfitta che Lee è riuscito ad infliggergli, senza dargli la possibilità di utilizzare nuovamente la stessa tattica per vincere le partite successive.
Una persona preparata su ciò che l’AI è in grado di fare e su come funziona, avrebbe accettato la sconfitta e apprezzato gli avanzamenti tecnologici. Se lo sarebbe aspettato e questo gli avrebbe permesso di superare il momento con un animo diverso.
A distanza di due anni abbiamo assistito a molti sviluppi dell’AI e alla demolizione di molte altre barriere. Qualcuno se ne è accorto mentre altri vivono ancora in un limbo che prima o poi li sorprenderà proprio così come han sorpreso Lee.
Mi piacerebbe che il prossimo Mr. Lee (che potrebbe essere banalmente una persona che si ritrova a guardare sbigottito il proprio telefonino, computer, autovettura, citofono…), fosse preparato ed in grado di comprendere le capacità dell’AI per poter affrontare il cambiamento tecnologico e psicologico in maniera appropriata.