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Cosa il governo può fare per spingere l’innovazione – PSD2

Recentemente ho avuto modo di apprendere come la burocrazia possa essere fonte di innovazione. L’esempio è arrivato da PSD2 (Payment Service Directive 2) che è una direttiva Europea che entrerà in vigore a gennaio 2018 e che riguarda il settore della finanza e la tecnologia che le banche devono mettere a disposizione di terze parti.

 

Normativa PSD2 pubblicata da emoneyadvise.com

Normativa PSD2 pubblicata da emoneyadvise.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In concreto, quello che le banche devono fare per essere in linea con la nuova regolamentazione, è aprirsi, ma in maniera sicura e vantaggiosa per l’utente finale. PSD2 chiede agli istituti finanziari di permettere a terze parti, autorizzate sia da banca che dal singolo cliente, di poter aver accesso tramite delle APIs (interfaccia di programmazione di un’applicazione) alle transazioni dell’utente e ai dati dell’account.

In sostanza si va a forzare una disruption che porta con sé delle opportunità per nuovi player ed anche per le banche tradizionali che mantengono il proprio cliente, aumentano i servizi che si appoggiano al proprio database\servizio ed hanno la possibilità di avere nuove fonti di guadagno.

Alcune indicazioni su come il mercato FinTech (finance + technology) sta rispondendo alla nuova normativa, possono essere ascoltate attraverso il podcast di 2024, la trasmissione di tecnologia del Sole24Ore.

La PSD2 è a mio giudizio un ottimo esempio di cosa un governo potrebbe fare anche in altri segmenti per permettere all’ecosistema di evolversi adottando nuove tecnologie. Sappiamo che spesso i vincoli sull’utilizzo della tecnologia risiedono più in quello che le lobby sono disposte ad accettare piuttosto che in quello che ad oggi siamo già in grado di fare con computer, sistemi IoT, Cloud e intelligenza artificiale.

Spero ad ogni modo che questo esempio sia solo un primo passo, verso un processo di creazione di normative che spingano verso un percorso sempre più mirato all’innovazione.

 

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Kena mobile recensione e opinioni – 1

Quest’oggi condivido la mia esperienza con Kena Mobile. Per chi non lo conoscesse, Kena mobile è un operatore virtuale creato da TIM per competere con le offerte di altri operatori “a basso costo” presenti ad oggi sul mercato o che entreranno a breve.

Per chi avesse poco tempo, in fondo all’articolo trovate una sintesi della mia recensione su Kena Mobile 🙂

Il mio processo di iscrizione è partito dal sito Internet ufficiale: www.kenamobile.it. In particolare ad attrarmi è stata l’offerta del solo traffico Internet, cosa che con gli altri operatori non era sin ora possibile avere. Con i vari Wind, TIM, Vodafone è necessario sottoscrivere un abbonamento che include anche SMS o chiamate se si vuole Intenet. La SIM in realtà io la utilizzerò per il mio GPS Tracker che ogni tot secondi invia al Cloud la posizione della barca. Non mi serve dunque navigare ad altra velocità, ma mi serve un qualcosa che abbia un costo fisso per il traffico Internet. Il pacchetto Kena-Internet sembra un piano ideato per chi ha a che fare con IoT (Internet of Things). Calcolando che Kena si appoggia alla rete TIM, mi aspetto ampia copertura.

Ma entriamo nel dettaglio per capire quale sia l’esperienza che si ha nel sottoscrivere un abbonamento prepagato con Kena Mobile. Durante il processo di sottoscrizione, pago 20€ così ripartiti:

  • 3,99€ Kena Internet
  • 9,00€ Kena Internet costo di attivazione
  • 5€ di configurazione SIM
  • 2,01€ prima ricarica inclusa

La prima cosa che succede una volta completato i vari form sul sito, è ricevere una mail di conferma. Nel mio caso mi veniva comunicato di aver sottoscritto il piano base, quando in realtà io avevo chiesto il piano Internet.

Kena_Dettaglio_ordine

 

 

 

 

 

 

 

 

Tramite il sito, inizio una sessione di Chat con un’operatrice per capire come mai mi è stato assegnato quel piano. Mi viene spiegato che in realtà il piano base indica la tariffazione degli SMS e delle chiamate, e che la mia sottoscrizione prevede i 4GB di Internet.

Non mi resta che attendere.

Venerdì ho effettuato la sottoscrizione e il martedì successivo vengo contattato dalla Romania per concordare la consegna. La comunicazione non è proprio delle più comode visto che l’operatore non parla un italiano 100% fluente, ma alla fine riusciamo a concordare la data della consegna (non è possibile concordare l’orario). All’operatore comunico:

          Il mio numero di telefono

          Il numero di telefono della mia compagna

          Il nome del campanello da suonare

Mi organizzo così per rimanere a casa. Il giorno stesso della consegna, mi arriva la famigerata mail di conferma che sarebbe dovuta arrivarmi entro 2 gg dal momento della sottoscrizione (quindi con 3 giorni di ritardo). In allegato nella mail ci sono le condizioni del servizio ed il modulo di sottoscrizione e per chi lo richiede, il modulo della portabilità.

Anche qui la parte relativa al piano selezionato non è proprio in linea con quanto indicato sul sito dove in realtà il Piano Base io non l’ho mai scelto. Io ho solo selezionato Kena Internet. Sarebbe meglio aver un form dove figura l’offerta come elemento in primo piano, con del testo a parte che indica che per i servizi non coperti dal piano selezionato, si applicano i costi del piano base.

Altra cosa “interessante”, è che io sono sempre attento a selezionare NO sulle opzioni relative al trattamento dei miei dati per fini commerciali. In questo caso, il form pare essere stato forzato su SI.

Kena_Mobile_Pubblicità

 

 

 

 

 

Come nelle migliori disavventure, nonostante mi sia ben curato di fornire all’operatore tutte le info per il corriere e nonostante sia stato a casa dal lavoro, controllando sul sito di Bartolini lo stato della spedizione, ecco cosa mi è toccato leggere alle 14:30: MANCATA CONSEGNA

“Mancata Consegna?!?!?!?”. Non mi è rimasto che chiamare Bartolini per capire dove fosse il problema. Parlando con Bartolini (alle ore 14.49) mi è stato confermato che Kena non ha comunicato il citofono al corriere e che l’autista non ha il telefono aziendale e dunque non può contattarmi. Mi è stata proposta una nuova consegna il giorno successivo, ma ho evidenziato il fatto che in realtà non potevo rimanere a casa un altro giorno, ma potevano lasciare il pacco ad uno dei miei vicini. Il corriere mi ha comunicato che la SIM poteva essere consegnata solo a persone con delega. L’operatore Bartolini è stato molto cortese e ha ricontattato l’autista dandogli le informazioni che Kena Mobile non aveva indicato. Alla mia domanda: “Posso eventualmente ritirare la spedizioni in loco”, ho avuto la conferma che ritirare la SIM in un negozio fisico sarebbe la cosa migliore per tutti, visto che ho dovuto aspettare la SIM Kena Mobile per vari giorni e soprattutto Kena non permette di ritirare il pacco nella sede del corriere.

Il mio primo (#1) consiglio per chi passa a Kena Mobile, è quello di comprare la tessera (se possibile) in un negozio fisico anche se la presenza sul territorio ad oggi non è così diffusa https://www.kenamobile.it/negozi/

Va inoltre detto che da contratto, la SIM avrebbe dovuto essere consegnata entro 3 giorni lavorativi dalla ricezione dell’ordine, mentre in realtà il primo tentativo di consegna è avvenuto il 15 giugno (6 giorni di ritardo o 4 se tiriamo via sabato e domenica).

Il 19 in qualche modo riesco ad ottenere la mia agognata SIM. Resto abbastanza stupito nel vedere nel foglio delle istruzioni allegate alla SIM il fatto che viene suggerito di configurare l’APN. Ho pagato 5€ di configurazione SIM e me la devo fare io?

Kena SIM

 

 

 

 

 

 

 

Immettendo la SIM ed avviando il telefono (pur aspettando svariati minuti), pare non esserci campo. Provo a fare una telefonata per forzare la registrazione alla rete ma ottengo un messaggio di errore.

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Subito dopo appare il messaggio “Registrazione rete cellulare in corso” ma nulla cambia.

Decido di seguire le istruzioni e configurare la rete manualmente. Seguendo le istruzioni mi viene detto di selezionare “WCDMA\GSM” ma questo campo nel mio telefono Android non compare. Salto il passaggio.

Nelle opzioni mi compare “I TIM” e la seleziono, ma ricevo il messaggio “Impossibile connettersi alla rete”. Dopo vari tentativi falliti mi accorgo che è comparso il segnale “R”, la scritta “Kena Mobile” e che c’è campo. Hurrà!

Provo a fare una telefonata e tutto funziona.

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Pur essendomi registrato forzatamente sulla rete, la connessione ad internet non è attiva e l’APN non viene creato automaticamente. Seguo le istruzioni e lo creo. Ricevo immediatamente una notifica da Twitter ed una da gmail segno che il telefono è ora connesso anche ad Internet:)

Apro il browser e mi accorgo che c’è qualcosa che non va. La pagina ci mette troppo a caricare. Curioso di sapere cosa la sigla “R” significhi, vado a fare qualche ricerca online ma con scarso successo.  https://www.ilsoftware.it/articoli.asp?tag=Cosa-significano-le-icone-GPRS-E-3G-H-H+-LTE-sugli-smartphone_11423.

Ad ogni modo, provo a riavviare il telefono sperando che la situazione si riaggiusti da sola. Ancora una volta la soluzione “spegni e riaccendi” è efficace.

Il mio secondo consiglio per chi passa a Kena Mobile, è quello di valutare attentamente lo sforzo necessario per essere operativi. Iniziare ad usare la SIM non è poi così semplice.

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Vedo che il mio numero di telefono non è ancora stato traferito e decido di consultare la mia situazione del credito su Kena Mobile. Cerco l’APP nello store, ma pare non esserci ancora. Situazione alquanto bizzarra visto che la maggior parte degli operatori hanno un’APP che permette sia all’utente di fruire di una serie di servizi, ma anche all’operatore di fare upsell di prodotti. Magari sarà disponibile più avanti…

Sempre utilizzando il telefono vado su www.kenamobile.it. Per la registrazione viene chiesto il numero di telefono e qui mi sorge il dubbio: vogliono quello che Kena mi ha assegnato (e che mai mi ricorderò) o quello che sto trasferendo?

Provo con quest’ultimo e ricevo un errore

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Sono costretto a registrarmi con quello temporaneo che però dovrò ricordarmi in futuro per fare l’accesso sul portale (un’assurdità).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vedendo un credito di 2€, decido di fare una ricarica tramite PayPal. Sembra andare tutto bene, fino a quando non ricevo un errore

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Faccio un refresh e mi accorgo che il mio credito è andato a 0?

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Riprovo nuovamente tramite PayPal, ma riscontro ancora la stessa problematica :o.

Ho quasi paura a fare un refresh e guardare il mio credito, ma mi faccio coraggio e scopro che in realtà il mio credito è tornato a 2€…

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Non mollo e provo per la terza volta a fare una ricarica, però selezionando un altro metodo di pagamento.  La carta di credito viene accettata al primo colpo anche se il messaggio che ricevo durante il processo è da rivedere (soprattutto considerando che Kena Mobile mi ha appena chiesto informazioni sulla mia carta di credito). Mi aspetto sinceramente un’esperienza migliore.

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Consultando il mio credito vedo che ho 17€ così come mi aspettavo, ma non riesco ancora a vedere “I MIEI SERIVIZI”. Il messaggio “recupero dati in corso” persiste.

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Il mio terzo consiglio per chi si accinge a scegliere Kena Mobile, è quello di essere pronti ad accettare dei malfunzionamenti e meno efficienza rispetto a quanto offerto da società molto più strutturate. Un esempio sono il processo di registrazione e di ricarica che risultano poco fluidi e zoppicanti. 

Come si evince dal titolo, la mia intenzione è di pubblicare fra qualche settimana una recensione della mia esperienza di utilizzo della SIM di KENA Mobile. Per ora posso condividere la mia opinione in base alle prime esperienze con Kena Mobile:

#1 Consiglio di comprare la tessera (se possibile) in un negozio fisico anche se la presenza sul territorio ad oggi non è così diffusa

#2 La SIM richiede di essere configurata ed è quindi poco adatta ai non avvezzi alla tecnologia. La configurazione potrebbe essere spinta Over The Air così come fanno gli altri operatori visto che comunque sia, vengono chiesti 5€ per una configurazione che in realtà bisogna farsi da soli (questo mi pare un furto)

#3 Kena non ha un’APP mobile e il sito internet presenta problemi di funzionalità (e.g. numero associato con la registrazione, il processo di ricarica etc…). Siate pronti ad affrontare una situazione poco consolidata e qualche bug.

Questa riassunta in 3 punti è la mia esperienza sin ora con Kena Mobile. A breve pubblicherò un update sul funzionamento della SIM, la copertura ed eventuali costi.

 

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La comunicazione diventa conversazione grazie ai Bot, Agents e BigData

Quest’oggi ho effettuato un intervento ad un seminario organizzato da Utilitalia che aveva come focus la comunicazione digitale per i servizi pubblici.

Condivido una slide che secondo me è significativa e che permette di trarre spunti per contestualizzare la situazione nella quale ci troviamo ed evidenziare alcune delle nuove opportunità di comunicazione a nostra disposizione.

Gli elementi chiave secondo me sono:

  • Alcune forme di comunicazione come il volantinaggio e gli SMS resistono alle nuove tendenze 5B volantini stampati ogni anno in Italia e 19B di SMS inviati ogni giorno nel Mondo)
  • Le comunicazioni monodirezionali si stanno sempre più trasformando in conversazioni su mezzi come WhatsAPP, Messenger, Skype e WeChat (60B messaggi scambiati via WhatsApp + Messenger)
  • L’interazione in linguaggio naturale con gli Assistenti Digitali sta diventando sempre più frequente e con l’affiorare di nuovi dispositivi che integrano questi servizi (pensiamo a Siri, Cortana, Google Assistant etc…) ci aspetta una crescita che porterà le ricerche vocali al 50% del totale entro il 2020
  • Una comunicazione, è uno scambio di dati. Ma ad oggi chi sviluppa piani marketing o strategie aziendali, non sta ancora sfruttando a dovere questo stream di dati, che in realtà permetterebbero di anticipare situazioni come guasti\disservizi in una determinata aree, richiesta di informazioni e così via.

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Ad oggi ad ogni modo tutto il sapere del web e delle conversazioni è usato da pochi player come Google, Microsoft, Amazon e Facebook, che si stanno occupando di creare servizi di Intelligenza Artificiale in grado di rispondere a domande generiche. Vedasi l’esempio di XioaIce in Cina dove gli utenti impiagano svariati minuti per capire che chi sta rispondendo non è un umano ed hanno risposte personalizzate in base alle informazioni precedentemente condivise (E.g. Se si ha un gatto e nella città dove si risiede vi è una mostra felina della quale molte persone ne stanno parlando, può essere che XiaoIce chieda come sta il gatto e se l’utente intende partecipare alla mostra).

Le opportunità sono reali. Le implementazioni ad oggi non sono ancora così diffuse come potrebbero.

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Artificial Generic Intelligence – Insegnare alle macchine il giusto

Quando si parla di Artificial Generic Intelligence, si parla di quel processo che permette di insegnare alle machine a scegliere ed agire correttamente secondo determinati schemi che sono dettati dalla collettività.

Di solito lo si fa insegnando alla macchina con esempi (Supervised Machine Learning). Do in pasto alla macchina una serie di esempi buoni e di esempi cattivi e la macchina impara a distinguere e scegliere. Semplice no? NO.

In realtà la difficoltà che avremo sempre più, è gestire eticamente i modelli giusti verso quelli sbagliati. Se pensiamo all’essere umano, ad oggi ogni uno di noi può avere un punto di vista diverso su un determinato argomento. Un esempio banale è quello della risposta che si può avere alla domanda: “Essere vegetariani è giusto?”. Riceverei mille risposte diverse. Quale è la risposta giusta che dovrebbe dare la macchina?

Delle regolamentazioni in tal senso potrebbero aiutarci ad evitare che la risposta di un robot sia troppo sbilanciata (biased) e fuorviante.

Il tema della qualità dei dati da utilizzare è un elemento fondamentale per i sistemi basati su reti neurali che utilizzano logiche di Machine Learning supervised. Ad oggi non esiste una regolamentazione ed ogni compagnia sta utilizzando il proprio buon senso per gestire la questione rispettando i propri valori etici.

Anche a questo dovrebbe servire la Partnership on AI che vede i grandi colossi tecnologici impegnati a trovare una soluzione

Partnershiponai

 

 

 

Per chi volesse approfondire il tema, c’è un bell’articolo di TechCrunch che tratta il tema in lingua inglese:

“A biased world can result in biased data sets and, in turn, bias artificial intelligence frameworks”

 

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Pareri e recensioni sul “glucometro” Free Style Libre della Abbott

Recentemente ho avuto modo di provare il Free Style Libre. Si tratta di un sensore applicato al corpo “come se fosse un cerotto”, che rileva autonomamente la glicemia ogni minuto e la può trasmette tramite NFC (il protocollo di comunicazione Near Field Communication) ad un lettore fornito con il Free Style Libre o ad un dispositivo dotato di chip NFC nelle vicinanze. Nel mio caso ho utilizzato il mio telefono LG Nexus 5, con Android.

La particolarità del Free Style Libre, è che per ottenere la misurazione, non richiede ogni volta di effettuare un buco per far fuoriuscire il sangue, ma basta avvicinare il telefono o il lettore al sensore e subito si ottiene il valore attuale ed anche quelli dei minuti precedenti, in modo tale da avere un’idea dell’andamento nel tempo e di cosa succederà alla glicemia se non si fa nulla (sta salendo, scendendo, è stabile…). Questo elemento è di sicuro uno dei punti di forza che ho apprezzato maggiormente, in quanto permette davvero di prendere le giuste misure per bilanciare la glicemia.

Il sensore dura 14 giorni e a parte le prime ore, ci si scorda di indossarlo. Non è particolarmente ingombrante anche se il fatto che sia in rilievo (qualche mm) e di colore bianco lo rende particolarmente visibile quando si è in piscina o senza maglietta. L’applicazione è semplice ed indolore. Io ho provato a metterlo su entrambe le braccia senza troppi problemi. Il sensore è dotato di un potente adesivo che lo rende ben ancorato alla pelle (a volte troppo) e di un inserto\sensore che funge da ago flessibile sottocutaneo. Una delle preoccupazioni che ho sempre avuto, è quella di avere un ago infilato sottopelle che possa rompersi. Il Free Style Libre, questo inconveniente non lo presenta in quanto l’inserto è davvero flessibile e se si prova a bucarsi un dito, facendo pressione, difficilmente ci si riesce (vedi video qui sotto).

Una volta installato il sensore, per la prima ora è inutilizzabile in quanto un algoritmo effettua una serie di operazioni atte a regolare i valori che verranno forniti. Quei 60 minuti, sono anche il tempo che si ha a disposizione per associare i dispositivi NFC che si vuole utilizzare (nel mio caso il Glucometro fornito ed il telefono Android). Passato quel lasso di tempo, non è più possibile effettuare le letture attraverso altri dispositivi non associati, il che è un peccato. Altra cosa da considerare è che il sensore accumula dati per un totale di 8 ore consecutive, e poi sovrascrive i dati più vecchi raccolti. Questi dati, ad ogni modo restano in memoria nel Glucometro o nel dispositivo associato, utilizzato per effettuare l’ultima lettura. La criticità sta nel fatto che se a mezzanotte faccio la lettura con il mio glucometro, alle 8 di mattina la faccio con solo il mio telefono e alle 16 la faccio con il glucometro, avrò sul glucometro e sul telefono un dato parziale. Vedrò delle linee interrotte (come nell’immagine qui sotto).

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Consiglio dunque di ricordarsi di fare una scansione ogni 8 ore con tutti i dispositivi utilizzati, o almeno con uno di essi. L’ideale sarebbe avere un servizio di sincronizzazione Cloud, che permetta di avere su tutti i dispositivi associati, il dato sincronizzato, ma sta a Abbott (la compagnia che lo produce) fornirci il servizio.

Ora, veniamo alla domanda chiave: ”E’ davvero così comodo?”. “SI”. Prima di utilizzare il Free Style Libre, facevo in media almeno 3 misurazione al giorno. Con questo glucometro, il numero è salito notevolmente ed anche il tipo di azioni intraprese è variato. Se alle 10 di mattina ero in metropolitano, mi bastava avvicinare il telefono al braccio per sapere che avevo la glicemia a 70 e in forte diminuzione e così anziché aspettare le 10.30 per fare uno spuntino, potevo farlo subito. Altri esempi dove questa modalità di rilevazione della glicemia è risultato estremamente utile, è stato mentre sciavo a 2500 metri, al bancone del bar mentre aspettavo il caffè, in ufficio durante le riunioni, quando ero sdraiato sul divano e non avevo voglia di alzarmi o in aereo. Si, ho voluto provare a vedere cosa succedeva ai controlli di sicurezza in aeroporto indossando il Free Style Libre passando sotto il metal detector per un volo diretto a Londra, e non c’è stato alcun problema o allarme. Tutto è andato liscio come se il sensore non ci fosse. Ho poi fatto un volo da Londra verso l’America e sono passato attraverso il body scanner anche qui senza intoppi.

Un caso estremo che non auguro a nessuno di provare, nel quale il Free Style Libre, mi ha permesso di superare una situazione difficile senza mille ansie, è stato quando ho erroneamente utilizzato la penna dell’insulina Lantus al posto di quella rapida. Avere in circolo il doppio dell’insulina per 24 ore vuol dire effettuare misurazioni costanti e prendere azioni correttive appropriate. Quel giorno ho davvero ingurgitato la quantità di zuccheri e carboidrati che di solito assumo in un mese per cercare di tenere la glicemia a livelli decenti. Sapere che ero a 50 in discesa, dopo aver mangiato un ovetto kinder 10 minuti prima, mi metteva ansia, ma mi permetteva anche di sapere cosa dovevo fare. Il tutto senza dovermi dissanguare bucandomi le dita. Quel giorno la mia compagna, capendo la situazione mi ha chiesto cosa dovesse fare per me, ed è stato semplice spiegarle come misurarmi la glicemia nel caso in cui io non fossi stato in grado di farlo. Bastava prendere il glucometro, schiacciare un bottone e metterlo vicino al Free Style Libre sul mio braccio. Con i normali glucometri, sarebbe stato più complicato e macchinoso.

Mia figlia di un anno, ha tentato per qualche giorno di strapparmi via questa cosa curiosa che vedeva sul braccio, ma il cerotto ha retto alla grande agli attacchi improvvisi prontamente fermati. Dopo aver inserito il secondo sensore, mi è capitato di urtare lo stipite della porta e da quel momento non sono stato più in grado di rilevare le glicemie. La parte adesiva risultava leggermente sollevata da un lato ed anche tentando di ripristinare lo stato originale, non c’è stato verso di rendere il sensore nuovamente operativo. Peccato dover buttare dopo 4 giorni un qualcosa che si è pagato 59,90€. Il promotore con cui ero in contatto è stato però molto gentile e me ne ha fornito un terzo che sono stato in grado di ordinare comodamente online e ricevere velocemente.

In un altro caso, dopo pochi giorni mi è capitato di avvertire un fastidio nella zona del sensore, sino a che il fastidio si è trasformato in dolore. Sapendo che una volta tolto non avrei più potuto installarlo nuovamente ed avrei quindi buttato 59,90€, ho aspettato sino al decimo giorno a rimuovere il sensore per capire cosa stesse succedendo. Come si vede dalle immagini qui sotto, si trattava di un principio di infezione, poi guarito nel giro di una settimana. Non so cosa abbia causato l’evento, visto che su 4 sensori, solo in questo caso ho avuto una reazione simile, pur seguendo sempre la stessa procedura di installazione.

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Di sicuro conoscere cosa succede alle proprie glicemie nell’arco delle 24 ore, senza doversi bucare è un grosso vantaggio per il paziente diabetico e per il diabetologo che definisce il piano terapeutico. L’utilità di questo strumento è davvero indiscutibile. L’elemento che mi lascia perplesso è però il costo della soluzione che ammonta a 59,90€ a sensore, cioè circa 120€ al mese, non rimborsabili per intero dal sistema sanitario nazionale nella maggior parte delle regioni. Se andiamo ben a vedere, con la cifra di un sensore, posso comprare uno smartphone. Parliamo di un telefono con una o due fotocamere, un giroscopio, uno schermo, un chip NFC, Wi-Fi Bluetooth, delle casse uno speaker, un sistema operativo e molto altro. Se valuto il contenuto tecnologico del Free Style Libre, il numero di sensori e software che sono contenuti in questo oggetto, è notevolmente inferiore, ma allo stesso costo. Ovviamente non denigro la parte di sviluppo software e lo studio ingegneristico per sviluppare il dispositivo, ma ritengo che i costi per la produzione, siano davvero poco giustificabili.

In sostanza, se dovessi sintetizzare in una frase la mia recensione sul Free Style Libre, direi: “Sicuramente utile, comodo e perfezionabile. Se il costo fosse più appropriato e sostenibile, i piccoli difetti si farebbero sentire meno e il paziente potrebbe utilizzarlo con più serenità“.

Pregi:

  • Semplicità d’utilizzo – Chiunque può usarlo schiacciando un bottone e avvicinandolo al braccio
  • Facile da applicare – Con un adesivo non ingombrante, resistente all’acqua e potente
  • Ottimo sensore sottocutaneo – Non punge e non si corre il rischio di aver un ago inserito
  • Dati e tendenza – Vedere la linea di tendenza è davvero un plus
  • Servizio online – Il servizio per ordinare e ricevere l’oggetto online è efficiente
  • Lo spessore – E’ minimo (anche se l’ideale sarebbe lo spessore di un cerotto) e non è ingombrante (poco più grande di una moneta)
  • Temperatura di funzionamento – Anche a -10 ha funzionato tranquillamente. Essendo attaccato al corpo, non è influenzato come gli altri glucometri dalle basse temperature
  • Accessibilità al dato – Nonostante avessi vari strati di vestiti, sono riuscito a misurare la glicemia mentre sciavo
  • Frequenza – Si può avere un dato ogni minuto senza bucarsi
  • Estero – Non vi sono problemi in Aereo
  • Precisione del dato – Ho fatto alcuni confronti con un altro glucometro di un altra casa, e non ho rilevato particolari discordanze del dato

Difetti

  • Costo – 59,90€ a sensore è poco gestibile. E’ vero che il costo può essere ridotto con l’IVA al 4% e la detrazione tramite 730, ma resta lo stesso una cifra alta da pagare
  • Colore – Il bianco è parecchio visibile. Sarebbe meglio un colore simile a quello dei cerotti
  • Usa e getta – Se si sgancia non lo so si può più rimettere, ma bisogna aprirne uno nuovo
  • Sincronizzazione – Si possono connetter più device NFC ma i dati non si sincronizzano fra i vari device
  • Tempi di “caricamento” – Richiede un’ora prima di essere operativo
  • Limite temporale per connettere dei dispositivi – Si ha solo 1h di tempo per agganciare i vari lettori\device NFC
  • Adesivo – La colla è davvero forte. Sarebbe utile avere un qualcosa che facilitasse la rimozione (magari un liquido da utilizzare?)
  • Dimensioni – In particolare lo spessore. Ammetto che l’oggetto è davvero di dimensioni contenute, ma non abbastanza per non rimanere incastrato nello stipite di una porta. Magari si potrebbero appiattire maggiormente i lati…
  • Infezione – ? Devo ancora capire cosa sia successo, ma credo sia un caso remoto il mio
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Noi parliamo e WeChat ascolta…

Ho recentemente visto un interessante video che racconta come la tecnologia può trasformare le società e il loro modo di fare business, impattando allo stesso tempo i giochi di potere.

In questo video del New York Times si racconta di come WeChat stia diventando un hub che centralizza molte delle operazioni che solitamente vengono svolte da più operatori (e magari anche in luoghi diversi). We Chat nasce come un’APP per chattare gratuitamente sfruttando la connessione dati (come WhatsApp, Viber…). A differenza degli altri prodotti, riesce però ad offrire sempre maggiori servizi ai suoi utenti e ad oggi attraverso WeChat (senza mai lasciare l’APP) posso trovare e prenotare un tavolo al ristorante, effettuare pagamenti o comprare titoli azionari.

We ChatOvviamente per molte delle Big company del mondo Internet, i dati dell’utente sono il vero valore. WeChat è quindi in grado di sapere cosa 700M di persone si dicono, dove mangiano, dove si incontrano, cosa comprano e le loro abitudini, il tutto grazie alle informazioni raccolte dal telefono e scambiate all’interno dell’APP.

Quindi non si tratta più di avere bisogno di andare nel negozietto sotto casa a fare la spesa prima di cena,  ma si tratta di comprare oggetti che potrebbero esserci proposti ed inviati a casa da negozi che nemmeno conosciamo, ma che conoscono noi meglio del negozietto sotto casa che ci ha visto negli ultimi 10 anni almeno due volte a settimana

Questo scenario apre inoltre altre questioni interessanti:

  • Per poter operare in Cina bisogna stipulare degli accordi di “censura” e apertura verso il governo delle informazioni raccolte dai propri servizi
    • Quali informazioni sono censurate e quali sono passate al governo? Lo sanno questo gli utenti
  • Il governo Cinese è famoso per il controllo del Web (the great firewall)
    • Cosa se ne farà dei dati? Ho qualche idea, ma sarebbero delle pure supposizioni…
  • Il poter accentrato di un solo operatore, può facilmente storpiare un mercato
    • Ad esempio un accordo fra WeChat e una società che vende telefonini, potrebbe portare gli utenti ad acquisire un prodotto con un rapporto qualità-prezzo scadente rispetto a quello che potrebbero acquistare dal leader di mercato

Il breve video riguardante la Cina e WeChat. E’ in lingua Inglese ma le immagini aiutano a comprendere come la tecnologia può cambiare il modo in cui un paese può essere governato e con se come il rapporto fra acquirente e venditore può essere alterato.

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Intelligenza Artificiale e umanoidi. Siamo poi così lontani?

Ho recentemente visto questo servizio che racconta (in Inglese) a che punto siamo con le varie tecnologie che potrebbero permetterci di costruire un umanoide e quali sono le possibili conseguenze.

Ci sono alcuni spunti interessanti che vado a sottolineare ed analizzare:

1.       Per costruire un “umanoide”, che è poi la forma di intelligenza artificiale più percepibile dagli essere umani che già oggi utilizzano l’intelligenza artificiale senza saperlo (come ad esempio la capacità di una macchina fotografica di riconoscere un volto), servono un insieme di tecnologie diverse che vanno dalla robotica, alla sintetizzazione vocale, al natural language processing alle nanotecnologie e scienza dei materiali, giusto per citarne alcune

2.       In alcuni aspetti siamo già molto più avanti di altri. La robotica mi pare l’area dove zoppichiamo ancora abbastanza mentre nel sintetizzare voci o nello speech recognition siamo già in fase avanzata

3.       Siamo in una fase dove l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire l’uomo in molti lavori. Sta probabilmente all’uomo capire se vuole diventare quello che il cavallo è diventato con l’avvento del motore a vapore o se vuole elevare il proprio profilo utilizzando l’AI in modo adeguato

4.       Non ci sono ad oggi grandi guideline intorno a quello che possiamo far fare all’AI e sono contento che sia nato un consorzio che sta scrivendo delle regole. Mi chiedo però se sta nascendo anche un consorzio che controlli che quelle regole vengano rispettate

5.       L’intelligenza artificiale generale (AGI) è un elemento etico da affrontare con le giuste persone al tavolo. La risposta che può essere data da un Intelligenza Artificiale che usa i dati generati dagli utenti per generare a sua volta risposte, può fortemente essere influenzata dal gruppo di persone che generano quei dati. Ovvero: se il mio Robot impara a rispondere guardando quello che dice e fa un gruppo di Milanisti, facilmente il mio Robot in una conversazione mi dirà che Paolo Maldini è stata il più forte difensore Italiano di tutti i tempi. L’esperimento Tay di Microsoft ne è un esempio

Altro spunto interessante da considerare è che grazie ai progressi sempre più “accelerati”, non siamo poi così lontani da poter generare un umanoide. Il ché mi fa contento, a patto che vi siano dei criteri di Sicurezza, Moralità e Limitazioni ben chiari e stabiliti che permettano di rispettare tutti e non nuocere. Nei prossimi mesi\anni sono sicuro che la conversazione ed il tema diventerà sempre più caldo. Per ora, per chi ha del tempo, consiglio caldamente di guardarsi il video 🙂

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“Il tuo account di posta elettronica e scaduto” – Avessero almeno azzeccato il titolo…

Oggi ho ricevuto l’ennesima mail falsa che ha l’obbiettivo di “rubare” le credenziali agli utenti meno attenti.

Il tuo account di posta elettronica e scaduto

Il tuo account di posta elettronica e scaduto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come sempre quando siamo in dubbio, ci sono una serie di elementi che vanno analizzati:

  • Conosco il mittente? In questo caso potrei…
  • Mi si chiede di mettere nome utente e password in un sito Internet? Se la risposta è “SI”, meglio addrizzare le antenne.
  • Ci sono tanti errori di grammatica\ortografia? Beh… nel titolo la “e” dovrebbe essere una “è”, la frase “Grazie al nostro nuovo sistema di aggiornamento a nuovo sistema” non ha troppo senso. Maschile e femminile sono confusi “In modo tale che esso rimanga attiva”… Insomma. SI. Ci sono seri problemi nel linguaggio utilizzato.
  • Il link che mi viene fornito, corrisponde effettivamente a quello di destinazione? Se metto il mouse sopra a https://outlook.live.com/owa… mi compare un indirizzo internet diverso che è smarturl.it.

A questo punto non ci sono dubbi: “Mail da cancellare perché si tratta evidentemente di un falso (e anche fatto male!)”

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Amazon Echo – Il presentatore TV comanda quelli degli altri

Recentemente Stephen Colbert durante il suo programma “The Late Show” ha ricordato quanto successo durante la settimana quando il deejay di un’emittente radio ha attivato involontariamente l’Amazon Echo di migliaia di cittadini americani.

Amazon Echo (e simili) è uno dei dispositivi che vedremo sempre più nelle case. Questo ritrovato della scienza, permette di “parlare” e comandare oggetti smart (pensiamo alle lampadine, termostati…), effettuare ordini via internet (“Comprami la collezione di CD dei Righeira”), ascoltare la musica (dicendo “fammi ascoltare Laura Pausini“) o avere informazioni prese direttamente da Internet (“Com’è il meteo a Treviso domani?”).

Amazon Echo è il dispositivo hardware che ha la capacità di ascoltare e parlare, grazie all’intelligenza software che è stata inserita al suo interno (Alexa).

 Stephen Colbert ha giocato sul fatto che questo dispositivo ad oggi, è in modalità “always on”. Ovvero ascolta in maniera costante in attesa di captare il proprio nome “Alexa”. Nel momento in cui il suo nome viene recepito, l’assistente digitale si attiva per soddisfare l’ordine. Una delle cose però che Amazon a differenza di altri (ad esempio Microsoft con Cortana), non ha fatto, è farsì che amazon Echo si attivi solo se la voce che invoca il nome di Alexa è quella del padrone.

Questo ha dato modo a Colbert di giocare sul fatto che spesso le TV di milioni di Americani sono dislocate nello stesso ambiente dove c’è un Amazon Echo (anche se il dispositivo non è ancora così diffuso) e dunque la sua voce, era in grado di attivare Amazon Echo e fare ordini al posto del suo padrone. Se si pensa che chi utilizza questo dispositivo, molto probabilmente ha concesso ad Amazon di utilizzare la propria carta di credito per gli ordini effettuati vocalmente, la cosa è abbastanza preoccupante.

 Stephen ha così ordinato a nome dei malcapitati possessori di Amazon Echo in ascolto:

·        Alexa imposta una promemoria per guardare “The late night show” con Stephen Colbert ogni giorno della settimana alle 23.30 su CBS per sempre”

·         Alexa ordinami l’Heartquake 1427 woodship con il motore Viper da 200cc pagherò per la spedizione rapida”

·        

·         Alexa spegni le luci, accendi il riscaldamento e suona “Lets get it on” di Marvin Gaye…e fra 9 mesi ordina dei pannolini”

 Non credo che tutti i comandi possano essere stati eseguiti, ma è interessante il risvolto che questo può avere.

Banalmente un ragazzo\bimbo potrebbe causare seri danni se lasciato da solo a giocare con l‘Amazon Echo (aprire porte, ordinare oggetti strani e così via..).

 Di sicuro la tecnologia è interessante e come tutte le cose nuove, presenta grandi opportunità per essere ottimizzata e nuove sfide tecnologiche da risolvere per evitare di trovarsi a casa oggetti improponibili ordinati da sconosciuti.

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BigData e Immigrazione

In questi giorni si parla tanto di attentati, di stato islamico, flussi migratori e di religioni.

E’ interessante ascoltare nei dibattiti politici affermazioni come: “Vieteremo l’ingresso agli Islamici dagli Stati Uniti” (Trump) , “Le politiche a favore dell’immigrazione di massa favoriscono il terrorismo” (Salvini),  “L’unica soluzione è chiudere le frontiere” (Le Pen)…

Ma la cosa più sconvolgente è sapere che ci sono persone che credono a queste affermazioni senza guardare i fatti con una prospettiva più razionale. Rendere evidente ciò che non tutti riescono a vedere, è quello che la tecnologia moderna ci permette già oggi di fare ma che poco viene fatto. In nostro soccorso, vengono tool di Business Intelligence e visualizzazione dei BigData. Pensiamo all’effetto che può avere una rappresentazione grafica di una situazione rispetto al dire: “il 9,5% della popolazione Italiana è di origine straniera”, oppure ancora “il 96% dei Turchi è nato nel territorio da genitori residenti in Turchia”…

Guardando la mappa qui sotto è evidente che non si possono cacciare gli immigrati e che sono parte integrante della società nella quale viviamo (Ricordiamo a Trump che Steve Jobs era figlio di immigrati Siriani). L’immigrazione può favorire lo sviluppo economico (In Svizzera quasi il 30% della popolazione non è di origine Elvetica eppure non mi sembra si stia tanto male in Svizzera). Alcune frontiere poi non possono essere fisicamente chiuse (L’Italia è una penisola per chi avesse qualche dubbio basta guardare la mappa qui sotto). Tutta una serie di frasi populiste che non hanno senso e che possono essere smentite da una semplice mappa creata sovrapponendo dei dati ad una cartina.

Immigrati_Nati_altrove

Mappa generata da Jakubmarian

Ma quanto difficile è generare una mappa del genere? E’ parecchio semplice! Bastano pochi click all’interno di Microsoft Excel e ci sono anche tool online come questo fornito da Google.

I media e chi fa comunicazione, dovrebbero utilizzare molto di più degli strumenti visuali per far capire a tutti cosa realmente sta succedendo.

La tecnologia esiste, la volontà dei media probabilmente non ancora.

 

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