Diabete e speranze tecnologiche

Diabete e speranze tecnologiche

Quando anni fa mi fu diagnosticato il diabete, una delle cose che mi ha dato fiducia nel futuro e mi ha permesso di superare un momento critico è stata la speranza nella tecnologia. Fra me e me pensavo: “Fra 10 anni probabilmente, la scienza ci permetterà di risolvere tutto con un cerotto o un intervento in day hospital”.

Non sono ancora passati quei 10 anni ma vedo che si stanno facendo progressi su vari fronti:

Risultato immagine per rilevatore glicemia sottocutaneoRilevazione non invasiva della glicemia – Si tratta di applicazioni sottocutanee che permettono al paziente di monitorare il proprio indice glicemico, senza doversi bucare ogni volta per estrarre del sangue. Grazie alle nanotecnologie, c’è ampio margine di manovra per rendere il tutto ancora più accettabile in attesa di una cura definitiva

  • Microinfusori – Sono degli apparecchi che rilasciano gradualmente insulina emulando il pancreas. In aggiunta, è possibile programmare delle dosi nel momento dei pasti, senza dove prendere la penna, aggiungere l’ago, iniettarsi l’insulina, rimuovere l’ago e riporre la penna al proprio posto (personalmente queste operazioni non le faccio in pubblico in quanto altre persone potrebbero essere turbate dal vedere aghi o sangue)

Impianto di cellule pancreatiche – La cosa non è nuova ma le vecchie metodologie comportavano l’auto-distruzione di queste cellule o il rigetto nel giro di pochi anni. Se la sperimentazione va bene, quello che era una speranza, potrebbe diventare una previsione azzeccata.

Manca poco ai miei 10 anni di diabete e la mia scommessa non è ancora persa 🙂

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